Lamento e avvento,
così simili eppure così diversi.
Il disperato senso di perdita
sembra molto più vicino alla croce
che un bambino in una mangiatoia.
Eppure “quelli che seminano con lacrime,
mieteranno con canti di gioia".
Quindi non importa quali siano
i tuoi dolori o le tue paure,
portarli ora davanti a colui
che è venuto per un futuro senza più dolore.
E questo Gesù ci libera
piangendo con noi nella tristezza,
donandoci lo Spirito di letizia
che ci riempie di amore e di speranza per il domani.
Abbiamo vissuto un lutto comune in questi anni. Natale non è solo una stagione di gioia che ignora le difficoltà della vita. Gesù è venuto per dare speranza e guarigione ad un mondo che soffre. Fare finta che non ci sia dolore non è affatto il metodo di Cristo. Gesù si siede con noi nella tristezza, non ne ha paura perché l’ha già vissuta anche lui. Riconoscere la sua mano nei momenti più difficili può essere una consolazione che diventa speranza.
Preghiera
A volte le parole non bastano, ma le preghiere non sono solo parole. In un anno di difficoltà, una semplice “Dio, non ho le parole” e sedersi in silenzio con Dio vale come mille parole. È giusto sperare in Dio, ma non troviamo la speranza con la nostra forza. La troviamo quando sperimentare la presenza di Dio nelle nostre sofferenze, e riconosciamo che Dio è Dio.
Prendi un momento di silenzio con Dio. Se vuoi raccontargli semplicemente le tue difficoltà, non c’è bisogno di usare parole complicate, puoi parlare a lui con parole oneste. Prova a chiedergli, “Dove sei ora?” o ”Come mi vedi in questo momento?”