Ieri è stato ufficialmente il mio ultimo giorno di lavoro da tirocinante. La Regione Lazio ha sospeso tutti i contratti garanzia giovani fino a che l’emergenza non passerà. Da oggi anche io potrò usare l’hashtag #iorestoacasa anche se in ritardo. Tornando ieri sera tardi da lavoro, ho potuto osservare Roma completamente deserta, come mai l’avevo vista prima. Sono rimasto in silenzio: tutto passerà, anche se non sarà così semplice per il nostro paese. Tutto di nuovo cambierà, come è cambiata la nostra quotidianità, così dall’oggi al domani. La percezione delle cose cambierà, perché quando c’è un emergenza globale come questa, non c’è più giocatore di serie A o poveraccio di serie B, siamo tutti allo stesso livello.
Ogni giorno vedo il bollettino dei contagiati crescere e penso a chi aveva preso questa situazione come un scherzo. Non lo è. Se questo contagio dovesse esplodere al sud, l’Italia non sarebbe pronta, lo sappiamo tutti. Ho pensato alla nostra quotidianità tra una settimana, quando ci saremo stancati di rimanere forzati a casa, pieni di comodità. I film in streaming non avranno più lo stesso interesse, perché avremo voglia di vedere un film al cinema e non di stare sdraiati sul divano. La ruota del criceto si è bloccata, la circolarità è cambiata. Forse abbiamo creduto che fosse meglio un messaggio whatsapp di una pacca sulla spalla, adesso no, abbiamo bisogno di guardare le persone in faccia. Forse tutto ciò che è importante per te è li vicino a te. Per molte persone non è così.
Oggi l’Italia sta sperimentando la paura, dopo tanto tempo, anche la paura non sarà più la stessa. Sarà più difficile prendersi gioco dei nostri sentimenti. Avremo memoria di questo momento e saremo improvvisamente più consapevoli della nostra fragilità. Dimentichiamo spesso questa condizione umana, illudendoci di essere onnipotenti, imbattibili, quasi come delle macchine. Le mie preghiere vanno a chi sta continuando a lavorare facendo casa-lavoro, a tutti i medici e infermieri che si stanno sbattendo per aiutare tante vite umane. Il mio pensiero va all’Italia che sta combattendo oggi più che mai, prima tra tutti i paesi occidentali democratici.
-Simone